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EXPO ZONE - Zona 9 - La malattia di Parkinson: il contributo dello psicologo
Data evento: 09/10/2015
Orari: 20:00 - 22:00
Luogo evento: Auditorium
È ormai noto da tempo che la Malattia di Parkinson debba essere considerata una patologia neuropsichiatrica, pertanto l'attenzione si è focalizzata non soltanto sui sintomi motori ma anche su problematiche di altro tipo. Tra queste occupano uno spazio importante le complicanze di natura psicologica, tanto cognitive quanto comportamentali, che possono incidere sulla vita quotidiana dei pazienti e delle loro famiglie. Pertanto nel percorso terapeutico di un paziente presso i centri che si occupano della cura della malattia di Parkinson si è reso necessario l’intervento dello psicologo, capace di applicarsi in due ambiti: le valutazioni neuropsicologiche e il sostegno psicologico o psicoterapia. La valutazione neuropsicologica (NPS) permette di stimare le capacità cognitive di una persona, inizialmente per stabilire a che livello si collocano rispetto alla popolazione generale e successivamente per monitorarne l'evoluzione, in parallelo alla progressione della malattia. I colloqui psicologici possono invece rivolgersi tanto al paziente quanto ai loro familiari: con il paziente lo scopo prevalente è il sostegno nell’accettazione della malattia, nelle successive evoluzioni e nelle oscillazioni legate alle variazioni terapeutiche; con i familiari, individualmente o in gruppo, si propone un coinvolgimento nella gestione della malattia attraverso un’adeguata conoscenza della stessa e delle sue più ricorrenti manifestazioni; lo scopo è evitare situazioni di “burn-out” (saturazione/rifiuto), migliorare la qualità dell’aiuto e creare una rete di conoscenza.
Lo psicologo dunque deve conoscere bene la malattia per lavorare a stretto contatto coi medici e utilizzare i risultati del proprio operato per aiutarli a monitorare l’efficacia delle terapie e la loro eventuale influenza sulle funzioni psichiche: spesso, infatti, si osservano cambiamenti nelle prestazioni ai test NPS o nel comportamento dei pazienti proprio in seguito alle variazioni delle terapie.
L’argomento sarà trattato grazie ai contributi di: Gianni Pezzoli, neurologo e neurochirurgo, Direttore del Centro Parkinson Milano, Presidente dell’Associazione Italiana Parkinson e della Fondazione Grigioni per la malattia di Parkinson; Ileana Sconfietti, Responsabile segreteria dell’Associazione Italiana Parkinson e della Fondazione Grigioni per la malattia di Parkinson; Danilo De Gaspari, neuropsicologo e psicoterapeuta.
Evento gratuito e aperto a tutti. Vi invitiamo comunque a segnalare la vostra presenza con una mail a partecipazione.eventi@opl.it
Orari: 20:00 - 22:00
Luogo evento: Auditorium
È ormai noto da tempo che la Malattia di Parkinson debba essere considerata una patologia neuropsichiatrica, pertanto l'attenzione si è focalizzata non soltanto sui sintomi motori ma anche su problematiche di altro tipo. Tra queste occupano uno spazio importante le complicanze di natura psicologica, tanto cognitive quanto comportamentali, che possono incidere sulla vita quotidiana dei pazienti e delle loro famiglie. Pertanto nel percorso terapeutico di un paziente presso i centri che si occupano della cura della malattia di Parkinson si è reso necessario l’intervento dello psicologo, capace di applicarsi in due ambiti: le valutazioni neuropsicologiche e il sostegno psicologico o psicoterapia. La valutazione neuropsicologica (NPS) permette di stimare le capacità cognitive di una persona, inizialmente per stabilire a che livello si collocano rispetto alla popolazione generale e successivamente per monitorarne l'evoluzione, in parallelo alla progressione della malattia. I colloqui psicologici possono invece rivolgersi tanto al paziente quanto ai loro familiari: con il paziente lo scopo prevalente è il sostegno nell’accettazione della malattia, nelle successive evoluzioni e nelle oscillazioni legate alle variazioni terapeutiche; con i familiari, individualmente o in gruppo, si propone un coinvolgimento nella gestione della malattia attraverso un’adeguata conoscenza della stessa e delle sue più ricorrenti manifestazioni; lo scopo è evitare situazioni di “burn-out” (saturazione/rifiuto), migliorare la qualità dell’aiuto e creare una rete di conoscenza.
Lo psicologo dunque deve conoscere bene la malattia per lavorare a stretto contatto coi medici e utilizzare i risultati del proprio operato per aiutarli a monitorare l’efficacia delle terapie e la loro eventuale influenza sulle funzioni psichiche: spesso, infatti, si osservano cambiamenti nelle prestazioni ai test NPS o nel comportamento dei pazienti proprio in seguito alle variazioni delle terapie.
L’argomento sarà trattato grazie ai contributi di: Gianni Pezzoli, neurologo e neurochirurgo, Direttore del Centro Parkinson Milano, Presidente dell’Associazione Italiana Parkinson e della Fondazione Grigioni per la malattia di Parkinson; Ileana Sconfietti, Responsabile segreteria dell’Associazione Italiana Parkinson e della Fondazione Grigioni per la malattia di Parkinson; Danilo De Gaspari, neuropsicologo e psicoterapeuta.
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Disclaimer
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Pertanto si declina ogni responsabilità circa eventuali errori, disservizi e/o inadempimenti con riferimento agli eventi, corsi e iniziative non espressamente organizzati e/o patrocinati da OPL.
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