Accedi con credenziali OPL
Accedi con SPID o CIE o eIDAS
ENTRA con SPID o CIE o eIDAS
Informazioni su accesso SPID, CIE e eIDAS
NoMessaggio
X
NoMessaggio
X
Scegli tipo di evento
Seminario IPP Brescia: "Percorsi dell’intersoggettività e lavoro clinico"
Data evento: dal 02/04/2016 al 17/04/2016
Orari: Sabato 02/04/2016 09:00 - 18:00; Sabato 16/04/2016 09:00 - 18:30
Luogo evento: Via Nicostrato Castellini, N° 7, Brescia
La progressiva espansione del paradigma relazionale che ha caratterizzato l’evoluzione del pensiero psicoanalitico degli ultimi decenni, ha implicato un sostanziale mutamento negli assunti teorici che concorrono a definire la natura dei disturbi psicologici e la loro eziologia, la teoria della personalità e la teoria della tecnica clinica, rispetto a quelli elaborati nel contesto del paradigma pulsionale/strutturale L’assunto fondamentale del modello classico è rappresentato dalla “teoria delle pulsioni”, manifestazioni della natura biologica dell’uomo che costituiscono la fonte motivazionale centrale della vita psichica, mentre i rapporti interpersonali sono considerati secondari in quanto “le relazioni con gli altri sono viste come derivazioni e destini delle pulsioni stesse” originariamente elaborato da Sigmund Freud.
Un decisivo passo verso il riconoscimento degli aspetti interattivi della relazione clinica è stato compiuto ad opera degli autori che si sono interessati dell’infant research: tema che riguarda le origini e i primi sviluppi dell’intersoggettività. L’approccio intersoggettivo è di grande rilevanza perché è strettamente connesso allo studio sull’evoluzione delle competenze comunicative e di regolazione emotiva del bambino e, in senso più ampio, allo studio sul primo sviluppo del Sé, considerato come risultante delle progressive esperienze intersoggettive tra il bambino e i suoi caregiver.
Per intersoggettività generalmente si intende la capacità di comprendere in modo immediato emozioni, desideri e intenzioni del prossimo e di condividere queste esperienze con altri.
Le ricerche segnalate testimoniano la potenziale forza della relazione, della comunicazione intenzionale implicita all’interno del setting, che diventa così il regno dell’implicito, del “non” detto, ma intuito riproponendo conseguentemente il vecchio e delicato problema relativo alla necessità di un costante monitoraggio del transfert e del controtransfert, dell’intersoggettivo e dell’intrapsichico.
Orari: Sabato 02/04/2016 09:00 - 18:00; Sabato 16/04/2016 09:00 - 18:30
Luogo evento: Via Nicostrato Castellini, N° 7, Brescia
La progressiva espansione del paradigma relazionale che ha caratterizzato l’evoluzione del pensiero psicoanalitico degli ultimi decenni, ha implicato un sostanziale mutamento negli assunti teorici che concorrono a definire la natura dei disturbi psicologici e la loro eziologia, la teoria della personalità e la teoria della tecnica clinica, rispetto a quelli elaborati nel contesto del paradigma pulsionale/strutturale L’assunto fondamentale del modello classico è rappresentato dalla “teoria delle pulsioni”, manifestazioni della natura biologica dell’uomo che costituiscono la fonte motivazionale centrale della vita psichica, mentre i rapporti interpersonali sono considerati secondari in quanto “le relazioni con gli altri sono viste come derivazioni e destini delle pulsioni stesse” originariamente elaborato da Sigmund Freud.
Un decisivo passo verso il riconoscimento degli aspetti interattivi della relazione clinica è stato compiuto ad opera degli autori che si sono interessati dell’infant research: tema che riguarda le origini e i primi sviluppi dell’intersoggettività. L’approccio intersoggettivo è di grande rilevanza perché è strettamente connesso allo studio sull’evoluzione delle competenze comunicative e di regolazione emotiva del bambino e, in senso più ampio, allo studio sul primo sviluppo del Sé, considerato come risultante delle progressive esperienze intersoggettive tra il bambino e i suoi caregiver.
Per intersoggettività generalmente si intende la capacità di comprendere in modo immediato emozioni, desideri e intenzioni del prossimo e di condividere queste esperienze con altri.
Le ricerche segnalate testimoniano la potenziale forza della relazione, della comunicazione intenzionale implicita all’interno del setting, che diventa così il regno dell’implicito, del “non” detto, ma intuito riproponendo conseguentemente il vecchio e delicato problema relativo alla necessità di un costante monitoraggio del transfert e del controtransfert, dell’intersoggettivo e dell’intrapsichico.
File e link correlati
Link
Disclaimer
Nella sezione “EVENTI” del sito, OPL offre ai propri iscritti e ai cittadini un servizio di informazione su eventi, corsi e iniziative d’interesse nella divulgazione e formazione della psicologia, non necessariamente promosse e/o patrocinate da OPL , bensì su iniziativa di soggetti terzi.
Pertanto si declina ogni responsabilità circa eventuali errori, disservizi e/o inadempimenti con riferimento agli eventi, corsi e iniziative non espressamente organizzati e/o patrocinati da OPL.
Pertanto si declina ogni responsabilità circa eventuali errori, disservizi e/o inadempimenti con riferimento agli eventi, corsi e iniziative non espressamente organizzati e/o patrocinati da OPL.
X