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Data evento: 06/03/2020
Orari: 18:00
Luogo evento: Sala Dragoni dell’Università del Melo, in via Magenta 3 a Gallarate (VA)

Organizzato da: Istituto di Psicosomatica Integrata di Gallarate e Associazione Italiana di Psicologia Psicosomatica

“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità!” L’impossibile a dirsi, dal lapsus al web L’evento <“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità!” L’impossibile a dirsi, dal lapsus al web> è organizzato all’interno della prestigiosa rassegna FilosofArti, che nel corrente anno adotta come filo conduttore la complessa tematica “Opinione e verità”. L’Istituto di Psicosomatica Integrata di Gallarate e l’Associazione Italiana di Psicologia Psicosomatica hanno collaborato per la sua realizzazione, che avrà luogo presso la Sala Dragoni dell’Università del Melo, in via Magenta 3 a Gallarate (VA) alle ore 18.00 di venerdì 6 marzo 2020.
È un incontro volto a interrogare il senso della verità nella frenesia dell’ipermodernità, in cui il virtuale e il reale si contendono la propria fetta di autenticità e la psicoanalisi cerca il proprio spazio.

L’ingresso è libero e i posti a sedere sono su prenotazione, effettuabile attraverso il relativo form presente sulla seguente pagina web:
https://psicologiapsicosomatica.it/evento/giuro-di-dire-laverita-tutta-la-verita-nientaltro-che-la-verita-limpossibile-a-dirsi-dal-lapsus-al-web/  

Per ulteriori informazioni contattare gli organizzatori al numero +39 0331.026255 o all’indirizzo mail info@psicologiavarese.it 

A seguire i relatori e l’abstract completo dell’evento e la presentazione dei relatori:
Riccardo Marco Scognamiglio, Psicosomatologo e Psicoanalista, Direttore Scientifico dell’Istituto di Psicosomatica Integrata
Andrea Zoccarato, Psicologo Psicosomatologo

“E sebbene siamo inclini a pensare che la “vera” identità sia quella connessa alla vita fisica del corpo e le altre identità siano fittizie, la psicologia insegna che invece è spesso nelle identità virtuali
che il soggetto ottiene di “incarnare” ciò che sente come autentico, relegando la propria identità ‘reale’ al ruolo di una finzione obbligata, prosciugata dai desideri e dagli istinti, consegnata al rito dei gesti vuoti”
(Stefano Benzoni, Prefazione di Adolescenti Digitalmente Modificati, 2018)

Il bambino, per capire chi è, ha bisogno di specchiarsi e di riconoscersi unico dentro allo sguardo di un adulto sintonico. Per la psicologia egli conquista, attraverso il “fare finta di…”, il passaggio alla comprensione della realtà. Scoprire il senso delle cose necessita quindi di passare da un altro che ci restituisca chi siamo e di una finzione in cui esercitare la verità di ciò che facciamo. Eppure l’altro, a sua volta, si trova al lavoro in questo gioco di specchi, di artefazioni e di sguardi, nella ricerca del proprio punto di verità. Negli atti mancati la psicoanalisi riconosce tracce di verità celate; attraverso i conflitti somato-emozionali la Psicologia psicosomatica lavora nel campo dell’autenticità del corpo che travalica mistificazioni e opinioni.

“Che cosa è rimasto del reale?”. L’interpretazione più comune, ancora oggi, è che la vita offline corrisponda alla realtà, mentre quella online sia solo virtuale e quindi, forse, fittizia.
“Chi può dire la verità?” Forse un koan, un lapsus o un’espressione involontaria del corpo, ma anche le caratteristiche fantasmagoriche di un avatar.
Come può inserirsi la psicoanalisi in tale contesto ipermoderno?

I relatori all’interno della rassegna FilosofArti dialogheranno per affrontare questi temi complessi e il malessere ad essi connesso.