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Tentativo di suicidio in adolescenza - incontro al confine tra a vita e la morte
Data evento: 15/06/2024
Orari: dalle 9.30 alle 17:00
Luogo evento: Bergamo presso il Centro Congressi Giovanni XXIII
Organizzatore: Accademia di Psicoterapia della Famiglia
Workshop con il Prof. Maurizio Andolf
Sono andati crescendo a dismisura e secondo l’OMS il suicidio è la seconda causa di morte per i ragazzi in età evolutiva, dopo gli incidenti stradali; le richieste di aiuto di chi pensa al suicidio sono aumentate del 55% dopo il Covid.
Se osserviamo questo inquietante fenomeno con una lente sistemica, i comportamenti suicidari sembrano essere un segnale forte del sentimento di malessere esistenziale e dello smarrimento delle nuove generazioni di fronte agli sconvolgimenti dell’intero Pianeta e al loro futuro quanto mai incerto. La minaccia di suicidio di un adolescente non rappresenta soltanto un segnale d’allarme per la sua famiglia, ma dovrebbe sollecitare le Istituzioni che si occupano della salute mentale, la scuola e l’intera comunità a diventare una rete di solidarietà e di supporto.
In questo workshop Maurizio Andolfi, avvalendosi di materiale video del suo lavoro clinico, illustrerà come nel corso della terapia si possa rompere il circolo vizioso generato dalla bassa autostima e dalla fragile identità dell’adolescente (non valgo nulla) e dalle connotazioni negative della famiglia, della scuola, del gruppo dei pari (non vali nulla). Perché questo avvenga è necessario eliminare lo stigma sociale che affligge le famiglie a causa dei comportamenti suicidari di un figlio e che si alimenta attraverso il biasimo e la colpevolizzazione.
La terapia con la famiglia estesa e interventi di rete possono diventare il contesto più sicuro ed efficace per favorire profonde trasformazioni nell’identità di un adolescente e nel suo mondo relazionale.
Perché questo avvenga i terapeuti dovrebbero aderire a un pensiero multigenerazionale e profondamente umanistico che permetta loro di spostarsi dal “lato rassicurante della vita” per incontrare ragazzi suicidari in quello “spazio liminale” tra la vita e la morte e di coinvolgere famiglie e comunità in uno straordinario progetto di cura.
Per dettagli consultare la locandina allegata
Orari: dalle 9.30 alle 17:00
Luogo evento: Bergamo presso il Centro Congressi Giovanni XXIII
Organizzatore: Accademia di Psicoterapia della Famiglia
Workshop con il Prof. Maurizio Andolf
Sono andati crescendo a dismisura e secondo l’OMS il suicidio è la seconda causa di morte per i ragazzi in età evolutiva, dopo gli incidenti stradali; le richieste di aiuto di chi pensa al suicidio sono aumentate del 55% dopo il Covid.
Se osserviamo questo inquietante fenomeno con una lente sistemica, i comportamenti suicidari sembrano essere un segnale forte del sentimento di malessere esistenziale e dello smarrimento delle nuove generazioni di fronte agli sconvolgimenti dell’intero Pianeta e al loro futuro quanto mai incerto. La minaccia di suicidio di un adolescente non rappresenta soltanto un segnale d’allarme per la sua famiglia, ma dovrebbe sollecitare le Istituzioni che si occupano della salute mentale, la scuola e l’intera comunità a diventare una rete di solidarietà e di supporto.
In questo workshop Maurizio Andolfi, avvalendosi di materiale video del suo lavoro clinico, illustrerà come nel corso della terapia si possa rompere il circolo vizioso generato dalla bassa autostima e dalla fragile identità dell’adolescente (non valgo nulla) e dalle connotazioni negative della famiglia, della scuola, del gruppo dei pari (non vali nulla). Perché questo avvenga è necessario eliminare lo stigma sociale che affligge le famiglie a causa dei comportamenti suicidari di un figlio e che si alimenta attraverso il biasimo e la colpevolizzazione.
La terapia con la famiglia estesa e interventi di rete possono diventare il contesto più sicuro ed efficace per favorire profonde trasformazioni nell’identità di un adolescente e nel suo mondo relazionale.
Perché questo avvenga i terapeuti dovrebbero aderire a un pensiero multigenerazionale e profondamente umanistico che permetta loro di spostarsi dal “lato rassicurante della vita” per incontrare ragazzi suicidari in quello “spazio liminale” tra la vita e la morte e di coinvolgere famiglie e comunità in uno straordinario progetto di cura.
Per dettagli consultare la locandina allegata
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