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Giornata studio : L’ARTICULATION DE L’ARCHAIQUE ET DE L’INFANTILE DANS LA CURE
Data evento: 18/05/2024
Orari: 8.30 - 18.30
Luogo evento: PRESSO CENTRO CONGRESSI FAST – AULA MAGGIORE PIAZZALE RODOLFO MORANDI, 2 – 20121 MILANO
Organizzatore: SPP - Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica - dell'Adulto di Milano
“Abbiamo dunque motivo di supporre l’esistenza di una rimozione originaria, e cioè di una prima fase della rimozione che consiste nel fatto che al rappresentante psichico (Rappresentante, Repräsentanz / Rappresentazione, Vorstellung) di una pulsione, viene interdetto l’accesso alla coscienza. Con ciò si produce la fissazione: il rappresentante psichico (Repräsentanz) in questione continua da allora in poi a sussistere immutato, e la pulsione rimane ad esso legata”.
In Metapsicologia, Freud, 1915.
Naturalmente, indagare i periodi arcaici dello sviluppo del soggetto umano non è un’attività semplice. Tuttavia, già nello stesso Freud troviamo dei riferimenti e in Ferenczi ritroviamo molti chiarimenti e numerose indicazioni che anticipano, più di quanto si pensi, quanto dice Melanie Klein prima e Winnicott in seguito. Sebbene complessi o parziali, e provenienti da corpus teorici e da autori piuttosto distanti gli uni dagli altri, questi chiarimenti sono più coerenti e complementari tra loro di quanto si potrebbe credere. Nel 1913, Freud aveva già scoperto che le angosce del paziente legate alla situazione edipica (castrazione, perdita di una parte del corpo, di un oggetto o perdita di autostima), corrispondevano all’emergere, durante l’analisi, di una nevrosi da transfert, che poteva essere guarita con la terapia. Quando però le angosce riguardavano invece l’esistenza stessa, la sopravvivenza, l’identità (nevrosi narcisistiche e psicosi), da una parte la nevrosi da transfert non si manifestava e dall’altra, la psicoanalisi, nella sua forma classica, non produceva effetti. In altre parole, sin dal 1913, Freud aveva identificato questo limite del trattamento psicoanalitico, nella sua forma più classica, costituita dall’arcaico.
Si può definire “arcaico” ciò che si riferisce al periodo durante il quale si manifesta la rimozione originaria. Vale a dire ciò che si costituisce nella psiche del soggetto già prima della formazione dell’inconscio e dell’Io in senso freudiano, ciò che esiste nella psiche durante i suoi primi mesi di vita e, in qualche misura, durante la vita fetale. Durante questo periodo iniziale, l’Altro-materno-originario svolge funzione di “Io ausiliario”: fermo restando che l’espressione “Io arcaico” debba intendersi qui, naturalmente, senza alcun riferimento all’“Io” dell’adulto. In questa fase, il bambino non può ancora distinguere l’Io dal “non-Io”.
[...]
RIFERIMENTI:
Sito web: www.sppscuoladipsicoterapia.it
email: scuolapsicoterapiamilano@gmail.com
Orari: 8.30 - 18.30
Luogo evento: PRESSO CENTRO CONGRESSI FAST – AULA MAGGIORE PIAZZALE RODOLFO MORANDI, 2 – 20121 MILANO
Organizzatore: SPP - Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica - dell'Adulto di Milano
“Abbiamo dunque motivo di supporre l’esistenza di una rimozione originaria, e cioè di una prima fase della rimozione che consiste nel fatto che al rappresentante psichico (Rappresentante, Repräsentanz / Rappresentazione, Vorstellung) di una pulsione, viene interdetto l’accesso alla coscienza. Con ciò si produce la fissazione: il rappresentante psichico (Repräsentanz) in questione continua da allora in poi a sussistere immutato, e la pulsione rimane ad esso legata”.
In Metapsicologia, Freud, 1915.
Naturalmente, indagare i periodi arcaici dello sviluppo del soggetto umano non è un’attività semplice. Tuttavia, già nello stesso Freud troviamo dei riferimenti e in Ferenczi ritroviamo molti chiarimenti e numerose indicazioni che anticipano, più di quanto si pensi, quanto dice Melanie Klein prima e Winnicott in seguito. Sebbene complessi o parziali, e provenienti da corpus teorici e da autori piuttosto distanti gli uni dagli altri, questi chiarimenti sono più coerenti e complementari tra loro di quanto si potrebbe credere. Nel 1913, Freud aveva già scoperto che le angosce del paziente legate alla situazione edipica (castrazione, perdita di una parte del corpo, di un oggetto o perdita di autostima), corrispondevano all’emergere, durante l’analisi, di una nevrosi da transfert, che poteva essere guarita con la terapia. Quando però le angosce riguardavano invece l’esistenza stessa, la sopravvivenza, l’identità (nevrosi narcisistiche e psicosi), da una parte la nevrosi da transfert non si manifestava e dall’altra, la psicoanalisi, nella sua forma classica, non produceva effetti. In altre parole, sin dal 1913, Freud aveva identificato questo limite del trattamento psicoanalitico, nella sua forma più classica, costituita dall’arcaico.
Si può definire “arcaico” ciò che si riferisce al periodo durante il quale si manifesta la rimozione originaria. Vale a dire ciò che si costituisce nella psiche del soggetto già prima della formazione dell’inconscio e dell’Io in senso freudiano, ciò che esiste nella psiche durante i suoi primi mesi di vita e, in qualche misura, durante la vita fetale. Durante questo periodo iniziale, l’Altro-materno-originario svolge funzione di “Io ausiliario”: fermo restando che l’espressione “Io arcaico” debba intendersi qui, naturalmente, senza alcun riferimento all’“Io” dell’adulto. In questa fase, il bambino non può ancora distinguere l’Io dal “non-Io”.
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RIFERIMENTI:
Sito web: www.sppscuoladipsicoterapia.it
email: scuolapsicoterapiamilano@gmail.com
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