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Schumann: la vita di un compositore tra psicosi e musica
Data evento: 04/06/2018
Orari: 19:00 - 21:00
Luogo evento: Casa della Psicologia, piazza Castello 2 - Milano
Relatori:
prof. Tomaso Vecchi, Professore di psicologia cognitiva e direttore del Dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell'Università di Pavia. Autore di Psicologia della musica (Carocci Editore, 2018);
dott. Gianpaolo Scardamaglia, Musicologo e docente presso la Fondazione Orchestra Verdi.
Cosa succede nella mente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita? Il cervello come elabora l'informazione musicale? Suonare uno strumento favorisce lo sviluppo del bambino? Le abilità musicali sono innate o vengono apprese con l'esperienza? La psicologia della musica cerca di rispondere a queste domande studiando la relazione tra i processi musicali in termini cognitivi e i meccanismi emotivi e relazionali che stanno alla base dell'ascolto musicale. La psicologia e le neuroscienze, negli ultimi anni, hanno ampliato enormemente le nostre conoscenze sui processi di apprendimento ed elaborazione degli stimoli musicali.
L’inquadramento teorico fornito dalla psicologia della musica sarà utile per leggere la biografia di un compositore particolare, Schumann, ritenuto uno dei compositori più interessanti in ambito psicologico. Già in giovane età soffriva di diverse fobie e sbalzi d’umore che lo portarono a un tentativo fallimentare di suicidarsi gettandosi da un edificio. Probabilmente a causa di questo fatto sviluppò una grossa paura delle altezze, che lo costrinse a vivere al piano terra per il resto della sua vita, e della morte.
Con l’avanzare degli anni sviluppò alcune manie di persecuzione (temeva di essere avvelenato). Con la morte di Beethoven iniziarono dei periodi depressivi che si alternavano con momenti di grande euforia e creatività, presentando molte caratteristiche di un disturbo bipolare.
Cominciarono i primi sintomi psicotici: si manifestarono le prime allucinazioni uditive. Schumann affermava di sentire nella sua testa la nota LA che lo spingeva a comporre. Successivamente questa nota si trasformò prima in melodie angeliche, poi alla fine diventarono vere e proprie voci demoniache che lo portarono a tentare di nuovo il suicidio (tentò di annegarsi nel Reno, come aveva sognato in passato). Nel 1854 venne ricoverato in un ospedale psichiatrico fino alla sua morte.
Le diagnosi sono molte e poco precise: c’è chi sostiene che abbia sofferto di psicosi da sifilide e chi attribuisce questi sintomi ad un disturbo schizoaffettivo.
L’evento è gratuito e aperto a tutti. Alla fine della serata sarà possibile acquistare i biglietti per l’evento in programmazione presso l’Auditorium Orchestra Verdi a un prezzo agevolato.
Orari: 19:00 - 21:00
Luogo evento: Casa della Psicologia, piazza Castello 2 - Milano
Relatori:
prof. Tomaso Vecchi, Professore di psicologia cognitiva e direttore del Dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell'Università di Pavia. Autore di Psicologia della musica (Carocci Editore, 2018);
dott. Gianpaolo Scardamaglia, Musicologo e docente presso la Fondazione Orchestra Verdi.
Cosa succede nella mente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita? Il cervello come elabora l'informazione musicale? Suonare uno strumento favorisce lo sviluppo del bambino? Le abilità musicali sono innate o vengono apprese con l'esperienza? La psicologia della musica cerca di rispondere a queste domande studiando la relazione tra i processi musicali in termini cognitivi e i meccanismi emotivi e relazionali che stanno alla base dell'ascolto musicale. La psicologia e le neuroscienze, negli ultimi anni, hanno ampliato enormemente le nostre conoscenze sui processi di apprendimento ed elaborazione degli stimoli musicali.
L’inquadramento teorico fornito dalla psicologia della musica sarà utile per leggere la biografia di un compositore particolare, Schumann, ritenuto uno dei compositori più interessanti in ambito psicologico. Già in giovane età soffriva di diverse fobie e sbalzi d’umore che lo portarono a un tentativo fallimentare di suicidarsi gettandosi da un edificio. Probabilmente a causa di questo fatto sviluppò una grossa paura delle altezze, che lo costrinse a vivere al piano terra per il resto della sua vita, e della morte.
Con l’avanzare degli anni sviluppò alcune manie di persecuzione (temeva di essere avvelenato). Con la morte di Beethoven iniziarono dei periodi depressivi che si alternavano con momenti di grande euforia e creatività, presentando molte caratteristiche di un disturbo bipolare.
Cominciarono i primi sintomi psicotici: si manifestarono le prime allucinazioni uditive. Schumann affermava di sentire nella sua testa la nota LA che lo spingeva a comporre. Successivamente questa nota si trasformò prima in melodie angeliche, poi alla fine diventarono vere e proprie voci demoniache che lo portarono a tentare di nuovo il suicidio (tentò di annegarsi nel Reno, come aveva sognato in passato). Nel 1854 venne ricoverato in un ospedale psichiatrico fino alla sua morte.
Le diagnosi sono molte e poco precise: c’è chi sostiene che abbia sofferto di psicosi da sifilide e chi attribuisce questi sintomi ad un disturbo schizoaffettivo.
L’evento è gratuito e aperto a tutti. Alla fine della serata sarà possibile acquistare i biglietti per l’evento in programmazione presso l’Auditorium Orchestra Verdi a un prezzo agevolato.
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