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IACP - Istituto dell'Approccio Centrato sulla Persona
Orientamento teorico-scientifico e clinico
Bibliografia
Docenti
Organizzazione della didattica
Piano di studi
Informazioni pratiche e organizzative
Supervisione, formazione esperienziale e tirocini
Orientamento teorico-scientifico e clinico
La Terapia Centrata sul Cliente appartiene alla sfera della Psicologia Umanistica di cui Rogers fu uno dei padri fondatori. Nel periodo in cui il campo delle psicoterapie era ancora contraddistinto da visioni meccanicistico-riduzioniste, Rogers è stato il primo psicologo a formulare un paradigma olistico/sistemico fondato su di una visione della natura umana in cui l'uomo, al pari di tutti gli altri organismi viventi, è dotato di un'innata tendenza all'autoconsapevolezza, all'autoregolazione e alla salute.
Un paradigma eretto su ipotesi verificabili empiricamente (Rogers fu il primo a compiere ricerca in campo psicoterapeutico attraverso la registrazione e l'analisi dei suoi casi).
Egli definisce la qualità della relazione come aspetto fondamentale dell'efficacia dei trattamenti; intuisce nozioni, poi confermate dalle neuroscienze e dalle ricerche sui neuroni a specchio, quali l'importanza dell'empatia come capacità adattiva negli umani. (Zucconi e Silani, 2008).
Rogers per primo ha democratizzato la relazione tra professionista e utente e ha promosso nella professione la necessaria autoconsapevolezza delle onnipresenti politiche relazionali che immancabilmente vengono generate in modo consapevole o inconsapevole dal professionista nell'uso del suo potere, nel disegno e nella gestione dei setting clinici.
Quest'ultimo contributo è di grande significato. È stato e resta fondamentale comprendere sino in fondo le implicazioni del fatto che ogni approccio psicoterapeutico è necessariamente basato su una specifica visione della natura umana, la quale è a sua volta fondata su dei valori che poi determinano le politiche della relazione di aiuto e ne influenzano i processi e i risultati.
Rogers, cerca di promuovere con forza negli psicoterapeuti e nei professionisti delle relazioni di aiuto la consapevolezza che il disegno e la gestione dei setting clinici costituiscono una vera e propria costruzione sociale della realtà. Per questo motivo Rogers favorì un cambiamento radicale del ruolo del professionista che cessa di essere l'esperto, l'agente significante – cioè colui che ha il potere di dare il significato all'esperienza dell'altro – che effettua diagnosi, prescrive ed eroga la cura, impartisce istruzioni (Zucconi, 2006; Zucconi, Faini e Sulprizio, 2009).
Lo psicoterapeuta centrato sul cliente per conoscere efficacemente il suo utente invece che sottoporlo a griglie diagnostiche precostituite, deve essere capace di aprirsi con rispetto al suo mondo, alla sua narrativa, così come ne fa esperienza il cliente, termine che per Rogers è più atto a descrivere le qualità di agenzia attiva del suo utente, anticipando di un quarto di secolo alcune delle osservazioni della sociologia della conoscenza. Rogers fu il primo a teorizzare che è la qualità della relazione che determina i risultati di ogni psicoterapia; un'efficace alleanza terapeutica non è solo il mezzo ma anche il fine. (Horvath e Greenberg, 1986, 1994; Lingiardi, 2002).
Uno psicoterapeuta efficace è capace d'instaurare con il proprio cliente una relazione facilitante contraddistinta da capacità di contatto, rispetto profondo, accettazione, comprensione empatica, autenticità/congruenza.
Questo tipo di relazione promuove autoconsapevolezza, autoregolazione e facilita il cambiamento positivo. Nella Psicoterapia Centrata sul Cliente, infatti, la capacità di contatto dell'essere umano con la sua natura è considerata fondamentale: avere piena capacità di contatto con se stessi, gli altri e il mondo è per Rogers sinonimo di salute mentale e di sviluppo ottimale delle proprie potenzialità.
Secondo Rogers, la "qualità della relazione" è determinante in tutti gli ambiti che riguardano le scienze umane. Questo assunto è doppiamente valido nella psicoterapia perché interessa sia il livello formativo che quello del contenuto di tale formazione.
Alla creazione di un "clima interpersonale facilitante" all'interno dei Corsi viene dato, di conseguenza, un particolare rilievo perché esso non soltanto promuove un migliore apprendimento ma sarà anche una delle basi su cui il futuro terapeuta imposterà la relazione con il cliente. Da qui l'importanza della costruzione di una "comunità di apprendimento", con la partecipazione di docenti e allievi, in cui le risorse e lo "stile personale" di ciascuno trovino spazi e valorizzazione.
In quest'ottica, il processo formativo è un meccanismo vitale che implica la costituzione di un equilibrio fra le tre aree del "sapere", del "saper fare" e del "saper essere". L' impostazione, i programmi, la metodologia dei Corsi vanno letti in tale chiave interpretativa. La loro finalità non è quella di riprodurre un sapere asettico e categorizzato ma piuttosto di offrire materiali, strutture e incentivi a quel processo di simbolizzazione, di costruzione della coscienza che è, nell'insegnamento di Rogers, il valore più qualificante dello sviluppo dell'individuo.
Gli obiettivi
Scopo è quello di formare psicoterapeuti individuali e di gruppo che ad una rigorosa impostazione teorico-applicativa nella Terapia Centrata sul Cliente e nell'Approccio Centrato sulla Persona uniscano un'esperienza clinica capace di continuo aggiornamento, una sensibilità alle tematiche sociali e istituzionali della disciplina e una visione aperta e critica dal punto di vista epistemico.
A tal fine, il percorso didattico è stato impostato sulla definizione di obiettivi specifici, suddivisi nelle aree del "sapere", "saper fare" e "saper essere", indicate qui di seguito:
Area del "sapere". Conoscenza ampia e consolidata delle discipline di base; Conoscenza completa e approfondita della TCC, del suo contesto filosofico-culturale e, più in generale, alla psicologia umanistica; Conoscenza di una serie di ambiti clinici e problematiche psicosociali di particolare rilievo e attualità, quali la psicogerontologia, la psicoterapia delle dipendenze, la promozione della salute, etc.; Conoscenze relative al contesto e alla prassi nell'ambito istituzionale delle agenzie socio-sanitarie, del terzo settore, etc.; Conoscenza dei principali temi, dibattiti e orientamenti di ricerca che coinvolgono il mondo della psicologia clinica; Conoscenza critica della storia e della posizione epistemica della psicologia e della psicoterapia nello sviluppo del sapere scientifico/umanistico.
Area del "saper fare". Capacità di creare un "clima facilitante" e una salda alleanza terapeutica; Competenza comunicativa; Capacità di impostare un colloquio in senso fenomenologico; Competenza diagnostica e di valutazione multidensionale; Capacità di empatia, sia nel senso ampio ed esistenziale sia nei termini tecnici del rimando empatico; Chiarezza concettuale e operativa nell'analisi della domanda, nella scelta del trattamento di elezione, nell'impostazione del setting, nella strutturazione del contratto, nei tempi e modi di sviluppo e conclusione della terapia. Esperienza e lucidità nell'analisi del processo terapeutico; Delicatezza e senso di opportunità nelle operazioni di feed-back, trasparenza, confrontazione, etc.; Capacità di critica e autocritica nell'analisi dell'impasse terapeutica; Capacità di analisi del contesto, della struttura e dell'organizzazione; Disponibilità e capacità di collaborazione nel lavoro di gruppo; Capacità di progettazione e organizzazione; Competenza nella gestione e nella risoluzione dei conflitti; Consuetudine alla presentazione e alla supervisione di casi clinici; Capacità di facilitazione di gruppo.
Area del "saper essere". Disponibilità alla relazione e alla condivisione; Motivazione all'aiuto; Congruenza; Equilibrio personale fra accettazione incondizionata e congruenza; Intelligenza emotiva; Attitudine all'ascolto; Autonomia; Responsabilità; Consapevolezza, in particolare delle proprie risorse e dei propri limiti; Creatività e capacità di sviluppare uno "stile personale".
Un paradigma eretto su ipotesi verificabili empiricamente (Rogers fu il primo a compiere ricerca in campo psicoterapeutico attraverso la registrazione e l'analisi dei suoi casi).
Egli definisce la qualità della relazione come aspetto fondamentale dell'efficacia dei trattamenti; intuisce nozioni, poi confermate dalle neuroscienze e dalle ricerche sui neuroni a specchio, quali l'importanza dell'empatia come capacità adattiva negli umani. (Zucconi e Silani, 2008).
Rogers per primo ha democratizzato la relazione tra professionista e utente e ha promosso nella professione la necessaria autoconsapevolezza delle onnipresenti politiche relazionali che immancabilmente vengono generate in modo consapevole o inconsapevole dal professionista nell'uso del suo potere, nel disegno e nella gestione dei setting clinici.
Quest'ultimo contributo è di grande significato. È stato e resta fondamentale comprendere sino in fondo le implicazioni del fatto che ogni approccio psicoterapeutico è necessariamente basato su una specifica visione della natura umana, la quale è a sua volta fondata su dei valori che poi determinano le politiche della relazione di aiuto e ne influenzano i processi e i risultati.
Rogers, cerca di promuovere con forza negli psicoterapeuti e nei professionisti delle relazioni di aiuto la consapevolezza che il disegno e la gestione dei setting clinici costituiscono una vera e propria costruzione sociale della realtà. Per questo motivo Rogers favorì un cambiamento radicale del ruolo del professionista che cessa di essere l'esperto, l'agente significante – cioè colui che ha il potere di dare il significato all'esperienza dell'altro – che effettua diagnosi, prescrive ed eroga la cura, impartisce istruzioni (Zucconi, 2006; Zucconi, Faini e Sulprizio, 2009).
Lo psicoterapeuta centrato sul cliente per conoscere efficacemente il suo utente invece che sottoporlo a griglie diagnostiche precostituite, deve essere capace di aprirsi con rispetto al suo mondo, alla sua narrativa, così come ne fa esperienza il cliente, termine che per Rogers è più atto a descrivere le qualità di agenzia attiva del suo utente, anticipando di un quarto di secolo alcune delle osservazioni della sociologia della conoscenza. Rogers fu il primo a teorizzare che è la qualità della relazione che determina i risultati di ogni psicoterapia; un'efficace alleanza terapeutica non è solo il mezzo ma anche il fine. (Horvath e Greenberg, 1986, 1994; Lingiardi, 2002).
Uno psicoterapeuta efficace è capace d'instaurare con il proprio cliente una relazione facilitante contraddistinta da capacità di contatto, rispetto profondo, accettazione, comprensione empatica, autenticità/congruenza.
Questo tipo di relazione promuove autoconsapevolezza, autoregolazione e facilita il cambiamento positivo. Nella Psicoterapia Centrata sul Cliente, infatti, la capacità di contatto dell'essere umano con la sua natura è considerata fondamentale: avere piena capacità di contatto con se stessi, gli altri e il mondo è per Rogers sinonimo di salute mentale e di sviluppo ottimale delle proprie potenzialità.
Secondo Rogers, la "qualità della relazione" è determinante in tutti gli ambiti che riguardano le scienze umane. Questo assunto è doppiamente valido nella psicoterapia perché interessa sia il livello formativo che quello del contenuto di tale formazione.
Alla creazione di un "clima interpersonale facilitante" all'interno dei Corsi viene dato, di conseguenza, un particolare rilievo perché esso non soltanto promuove un migliore apprendimento ma sarà anche una delle basi su cui il futuro terapeuta imposterà la relazione con il cliente. Da qui l'importanza della costruzione di una "comunità di apprendimento", con la partecipazione di docenti e allievi, in cui le risorse e lo "stile personale" di ciascuno trovino spazi e valorizzazione.
In quest'ottica, il processo formativo è un meccanismo vitale che implica la costituzione di un equilibrio fra le tre aree del "sapere", del "saper fare" e del "saper essere". L' impostazione, i programmi, la metodologia dei Corsi vanno letti in tale chiave interpretativa. La loro finalità non è quella di riprodurre un sapere asettico e categorizzato ma piuttosto di offrire materiali, strutture e incentivi a quel processo di simbolizzazione, di costruzione della coscienza che è, nell'insegnamento di Rogers, il valore più qualificante dello sviluppo dell'individuo.
Gli obiettivi
Scopo è quello di formare psicoterapeuti individuali e di gruppo che ad una rigorosa impostazione teorico-applicativa nella Terapia Centrata sul Cliente e nell'Approccio Centrato sulla Persona uniscano un'esperienza clinica capace di continuo aggiornamento, una sensibilità alle tematiche sociali e istituzionali della disciplina e una visione aperta e critica dal punto di vista epistemico.
A tal fine, il percorso didattico è stato impostato sulla definizione di obiettivi specifici, suddivisi nelle aree del "sapere", "saper fare" e "saper essere", indicate qui di seguito:
Area del "sapere". Conoscenza ampia e consolidata delle discipline di base; Conoscenza completa e approfondita della TCC, del suo contesto filosofico-culturale e, più in generale, alla psicologia umanistica; Conoscenza di una serie di ambiti clinici e problematiche psicosociali di particolare rilievo e attualità, quali la psicogerontologia, la psicoterapia delle dipendenze, la promozione della salute, etc.; Conoscenze relative al contesto e alla prassi nell'ambito istituzionale delle agenzie socio-sanitarie, del terzo settore, etc.; Conoscenza dei principali temi, dibattiti e orientamenti di ricerca che coinvolgono il mondo della psicologia clinica; Conoscenza critica della storia e della posizione epistemica della psicologia e della psicoterapia nello sviluppo del sapere scientifico/umanistico.
Area del "saper fare". Capacità di creare un "clima facilitante" e una salda alleanza terapeutica; Competenza comunicativa; Capacità di impostare un colloquio in senso fenomenologico; Competenza diagnostica e di valutazione multidensionale; Capacità di empatia, sia nel senso ampio ed esistenziale sia nei termini tecnici del rimando empatico; Chiarezza concettuale e operativa nell'analisi della domanda, nella scelta del trattamento di elezione, nell'impostazione del setting, nella strutturazione del contratto, nei tempi e modi di sviluppo e conclusione della terapia. Esperienza e lucidità nell'analisi del processo terapeutico; Delicatezza e senso di opportunità nelle operazioni di feed-back, trasparenza, confrontazione, etc.; Capacità di critica e autocritica nell'analisi dell'impasse terapeutica; Capacità di analisi del contesto, della struttura e dell'organizzazione; Disponibilità e capacità di collaborazione nel lavoro di gruppo; Capacità di progettazione e organizzazione; Competenza nella gestione e nella risoluzione dei conflitti; Consuetudine alla presentazione e alla supervisione di casi clinici; Capacità di facilitazione di gruppo.
Area del "saper essere". Disponibilità alla relazione e alla condivisione; Motivazione all'aiuto; Congruenza; Equilibrio personale fra accettazione incondizionata e congruenza; Intelligenza emotiva; Attitudine all'ascolto; Autonomia; Responsabilità; Consapevolezza, in particolare delle proprie risorse e dei propri limiti; Creatività e capacità di sviluppare uno "stile personale".
OrientamentoPsicoterapia centrata sul cliente
DirettoreElena Faini
Anno di riconoscimento MIUR2001 (cod. 5)
Affiliazione a Società ScientificheACP (Associazione Europea della Psicoterapia Centrata sul Cliente e dell'Approccio Centrato sulla Persona) - World University Consortium - Accademia mondiale dell’arte e della scienza Center for the Study of the Person fondato da Carl Rogers
IndirizzoVia Lattanzio, 15 - 20137 Milano
Sito webwww.iacp.it
Telefono02.537220
Fax02.537220
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