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Torna all'elenco15/04/2016
Scuola, salute e cittadinanza: le competenze psicologiche al servizio dell’educazione e delle reti sociali.
Il 12 Aprile si è tenuto alla Casa della Psicologia il secondo incontro della rassegna “gli strumenti della psicologia per la prevenzione, il sostegno, la riabilitazione e il sociale”, che ha visto l’intervento degli psicologi Elena Dacrema, Massimo Botti e Antonio Iudici, con la partecipazione del Consigliere Chiara Ratto, psicoterapeuta strategica e referente presso il Consiglio del progetto “presentazione libri” di OPL.
I due libri presentati (“Health promotion in the School”, di Antonio Iudici, e “L’educazione strategica” di Dacrema e Botti) condividono il background culturale ed epistemologico della scuola di Paolo Alto, rivisto ed ampliato dall’apporto costruttivista e interazionista di A. Salvini. “La mappa è il territorio”, ci invitano a pensare gli autori, con ciò aiutandoci ad abbandonare ogni pretesa “ontologica” per puntare la nostra attenzione da una parte sulle interazioni e dall’altra sul linguaggio, che crea il nostro pensiero.
Al di là degli aspetti teorici, gli autori sono entrati nel merito delle loro strategie e delle loro tecniche di intervento, mostrando con quanta generosità lo psicologo si chini sulle situazioni-problema, non già come il “mago” che elargisce risposte, diagnosi e saperi, bensì come il giocatore che scioglie i nodi, le situazioni problema venutesi a creare, spesso con le migliori intenzioni e operando a partire dal buon senso , e fa questo liberando tutti, permettendo non solo a tutti di comprendere e superare i blocchi, ma anche aumentando le competenze relazionali, cedendo conoscenze e abilità. Insegnanti, genitori, ragazzi, tutti sono chiamati a partecipare al gioco, e tutti possono vincere. Vincere una difficoltà significa andare verso un diverso equilibrio, in cui tutti si sentono più leggeri, più capaci e più forti. Affrontare in problema apparentemente insolubile significa uscire dalle coordinate che lo ha creato.
Il dialogo strategico, la persuasione, le tentate soluzioni, la prescrizione del sintomo e le ingiunzioni paradossali, sono tutti strumenti che la sistemica e la strategica certamente ci ha abituato a riconoscere come strumenti propri dello psicoterapeuta sistemico, strategico, e non solo. Tuttavia, dal dialogo con Iudici, è emersa anche la portata politica ed etica dell’ottica interazionista, e interculturale, che va nella direzione di superare l’idea di salute come assenza di malattia, ma anche l’idea di prevenzione come semplice derivato di un’armonia astratta, fra conoscenze che, elargite, comporterebbero “magicamente” un equilibrio fra sfera bio e psicosociale. Salute oggi, dopo la carta di Ottawa, è sinonimo di cittadinanza attiva, è un processo che tutti i cittadini co-costruiscono con gli operatori della salute, le comunità, le rappresentanze politiche e le agenzie formative, in un rapporto di compartecipazione, condivisione e responsabilità condivise. In questo quadro, la professione dello psicologo nella sua declinazione sociale, vive intensamente la tensione fra il principio deontologico della cessione di competenze relazionali (lo psicologo promuove nei suoi clienti la capacità di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace) e la responsabilità sociale propria del suo agire professionale, del suo incidere significativamente nella vita delle persone.
Durante il dialogo e il fitto scambio di domande e riflessioni con il pubblico, in cui era presente una significativa rappresentanza di operatori del settore scolastico ed educativo, è emerso che la valorizzazione e la promozione del patrimonio immenso di competenze che le comunità, e in particolare il mondo della scuola, portano con sé, è il modo migliore per produrre committenza e per aumentare il mandato sociale della nostra professione. Al termine della serata, molte insegnanti hanno chiesto ai referenti di OPL come fare per potersi avvalere delle prestazioni professionali degli psicologi!
Sono semi, che vanno però nella giusta direzione di far incontrare la psicologia professionale alla committenza, alla comunità, per produrre tutti insieme, salute, cioè intercultura, cittadinanza attiva.
I due libri presentati (“Health promotion in the School”, di Antonio Iudici, e “L’educazione strategica” di Dacrema e Botti) condividono il background culturale ed epistemologico della scuola di Paolo Alto, rivisto ed ampliato dall’apporto costruttivista e interazionista di A. Salvini. “La mappa è il territorio”, ci invitano a pensare gli autori, con ciò aiutandoci ad abbandonare ogni pretesa “ontologica” per puntare la nostra attenzione da una parte sulle interazioni e dall’altra sul linguaggio, che crea il nostro pensiero.
Al di là degli aspetti teorici, gli autori sono entrati nel merito delle loro strategie e delle loro tecniche di intervento, mostrando con quanta generosità lo psicologo si chini sulle situazioni-problema, non già come il “mago” che elargisce risposte, diagnosi e saperi, bensì come il giocatore che scioglie i nodi, le situazioni problema venutesi a creare, spesso con le migliori intenzioni e operando a partire dal buon senso , e fa questo liberando tutti, permettendo non solo a tutti di comprendere e superare i blocchi, ma anche aumentando le competenze relazionali, cedendo conoscenze e abilità. Insegnanti, genitori, ragazzi, tutti sono chiamati a partecipare al gioco, e tutti possono vincere. Vincere una difficoltà significa andare verso un diverso equilibrio, in cui tutti si sentono più leggeri, più capaci e più forti. Affrontare in problema apparentemente insolubile significa uscire dalle coordinate che lo ha creato.
Il dialogo strategico, la persuasione, le tentate soluzioni, la prescrizione del sintomo e le ingiunzioni paradossali, sono tutti strumenti che la sistemica e la strategica certamente ci ha abituato a riconoscere come strumenti propri dello psicoterapeuta sistemico, strategico, e non solo. Tuttavia, dal dialogo con Iudici, è emersa anche la portata politica ed etica dell’ottica interazionista, e interculturale, che va nella direzione di superare l’idea di salute come assenza di malattia, ma anche l’idea di prevenzione come semplice derivato di un’armonia astratta, fra conoscenze che, elargite, comporterebbero “magicamente” un equilibrio fra sfera bio e psicosociale. Salute oggi, dopo la carta di Ottawa, è sinonimo di cittadinanza attiva, è un processo che tutti i cittadini co-costruiscono con gli operatori della salute, le comunità, le rappresentanze politiche e le agenzie formative, in un rapporto di compartecipazione, condivisione e responsabilità condivise. In questo quadro, la professione dello psicologo nella sua declinazione sociale, vive intensamente la tensione fra il principio deontologico della cessione di competenze relazionali (lo psicologo promuove nei suoi clienti la capacità di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace) e la responsabilità sociale propria del suo agire professionale, del suo incidere significativamente nella vita delle persone.
Durante il dialogo e il fitto scambio di domande e riflessioni con il pubblico, in cui era presente una significativa rappresentanza di operatori del settore scolastico ed educativo, è emerso che la valorizzazione e la promozione del patrimonio immenso di competenze che le comunità, e in particolare il mondo della scuola, portano con sé, è il modo migliore per produrre committenza e per aumentare il mandato sociale della nostra professione. Al termine della serata, molte insegnanti hanno chiesto ai referenti di OPL come fare per potersi avvalere delle prestazioni professionali degli psicologi!
Sono semi, che vanno però nella giusta direzione di far incontrare la psicologia professionale alla committenza, alla comunità, per produrre tutti insieme, salute, cioè intercultura, cittadinanza attiva.
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