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11/01/2016
Progetto libri OPL. Alla Casa della Psicologia le mini rassegne dedicate alle esperienze innovative nel campo della clinica, della prevenzione, dell’abilitazione e della riabilitazione psicologica.
I libri scritti da Colleghi arrivano sempre più numerosi all’attenzione della “regia” del progetto OPL di presentazione libri presso la nuova Casa della Psicologia, il che di per sé dice di un successo, di una richiesta in progressivo aumento, da parte dei Colleghi, di fare diffusione, condivisione, comunità.
Per il primo semestre 2016, alla Casa della Psicologia, abbiamo previsto ben 13 serate di presentazione libri (per un totale di 14 volumi da presentare, nella stragrande maggioranza di recentissima pubblicazione e persino freschi di stampa), che abbiamo deciso di organizzare in piccole rassegne.
La rassegna “psicologia e medicina”, raggruppa 4 volumi che interrogano esperienze cliniche consolidate, il cui denominatore comune è l’intersezione con il corpo e le cure che lo riguardano. Dolore, sintomo, fine vita, farmaco, parola, istituzione ospedaliera, sono i significanti che ci conducono in questo viaggio, dove il corpo della medicina e quello abitato dal linguaggio, si intrecciano, si incontrano, si annodano o si separano in modo lacerante.
Nel corso di queste quattro serate, attraverso la presentazione dei libri di Riccardo Scognamiglio, delle sorelle Milanese,di Giorgio De Isabella, Giuseppina Majani, Monia Belletti e gli altri co-autori del ricchissimo manuale sulle terapie ipnotiche applicate in alternativa alle cure farmacologiche per il controllo del dolore, esamineremo i concetti frontiera fra corpo e mente, quali appunto il dolore, il rimedio, la parola, oltreché la cruciale questione organizzativa che è sottesa all’erogazione delle cure psicologiche in ambito ospedaliero.
Nella seconda rassegna, dedicata agli strumenti della psicologia per la prevenzione, la riabilitazione e la cura, ci dedicheremo invece a 5 testi, ciascuno dei quali illustra una tecnica o una ricerca innovativa, in uno degli ambiti propri dell’intervento psicosociale, abilitativo o riabilitativo. Il testo di Lidia Gambirasio illustra il potenziale della danzamovimentoterapia, applicata al disagio, ma anche alla normale evoluzione, in età pediatrica ed evolutiva; il testo di Davide Rivolta ci accompagna, in un viaggio al confine fra scienza ed esperienza estetica, alle soglie della prosopagnosia, esperienza percettiva misteriosa, fino a pochi anni fa, e che oggi ci illumina sulle scoperte della moderna neuropsicologia, la quale smarca questo “disturbo” dalla nosografia psichiatrica classica. I due testi dei colleghi Iudice, Dacrema e Botti, riguardano l’ambito scolastico, con particolare riferimento al valore aggiunto che la figura dello psicologo può apportare ai contesti educativi e alle organizzazioni che si occupano della didattica e dell’educazione, della trasmissione di valori e codici di comportamento anche interenti la prevenzione e la salute. Infine, il testo di Maria Cristina Perilli, rende conto di un’esperienza di ricerca applicata nel mondo delle ludopatie e del gioco d’azzardo patologico. Il filo rosso che lega questi temi e queste 4 serate e i relativi 5 testi che vengono presentati, è il nodo fra prevenzione ed etica, fra psicoeducazione e cittadinanza attiva, fra scienza e ricaduta sociale degli interventi in termini di aumento del benessere e della consapevolezza di una Comunità.
La terza rassegna, intitolata “L’istituzione che cura”, si occupa delle istituzioni “psi”. Non quelle strettamente sanitarie, e nemmeno quelle politiche o giuridiche, ma quelle addette alla riabilitazione e alla cura del grave disagio psichico. Se ogni bambino nasce, inevitabilmente, dentro ad una istituzione (la coppia genitoriale e la sua rete lo sono inevitabilmente), ogni istituzione che si propone di curare, deve poter lasciare un posto vuoto perché la parola di ciascun soggetto possa essere ascoltata e accolta, possa trovare qualcuno che con questa parola si sintonizzi. Un’istituzione che cura, è dunque un’istituzione dove è necessario rendere conto di quale discorso si mette in campo per far emergere la soggettività: si erogano servizi, si normalizza, si fanno tacere i sintomi, secondo la logica medica o educativa, ovvero ci si fa guidare dal sintomo verso la struttura del soggetto, e verso la possibilità di co-costruzione di un percorso creativo? Le esperienze portate dai tre testi presentati, portano esperienze simili ma differenti per il tipo di patologia a cui si rivolgono, ma anche per la declinazione teorica dell’orientamento cui le cure, sempre orientate alle scienze “psi”, si ispirano.
L’ultima, breve rassegna, di sole due serate, comprende il testo di psicologia analitica di Pier Pietro Brunelli, saggio vincitore del primo premio Kafka, V edizione 2015, testo che interroga la psico-mitologia legata ai riti e ai miti del Carnevale, cioè questo strano rito che troppo semplicisticamente viene associato agli “eccessi” prima della Quaresima, o allo sfogo voluto dai potenti per il popolo, per preservare il potere e l’asservimento delle masse. Il Carnevale e i suoi riti antichi, che pure sopravvivono nel mondo globalizzato, viene scandagliato dall’autore nei suoi significati rimossi più profondi e vitali, che rimandano alla Dea Carna e al valore liberatorio della convivialità, della risata e delle cure femminili e alle scienze sapienziali, radicate nella tradizione e nella saggezza popolare, che si oppongono a quelle mediche, radicate nel mito maschile della razionalità e del sapere “evidence based”, come lo chiameremmo forse oggi. Un secondo testo, di Roberto Viganoni, sempre di psicologia analitica e di ispirazione junghiana, riguarda invece la figura del Minotauro, e una lettura psicoanalitica del disturbo d’ansia e da attacchi di panico.
Tutti gli appuntamenti sono riportati sul Calendario Online di OPL. Inoltre, si ricorda che per partecipare, occorre mandare una mail a libri@opl.it specificando il titolo dell’evento, il proprio nome e cognome. Chi lo desidera, può richiedere l’attestato. La partecipazione è gratuita.
Per il primo semestre 2016, alla Casa della Psicologia, abbiamo previsto ben 13 serate di presentazione libri (per un totale di 14 volumi da presentare, nella stragrande maggioranza di recentissima pubblicazione e persino freschi di stampa), che abbiamo deciso di organizzare in piccole rassegne.
La rassegna “psicologia e medicina”, raggruppa 4 volumi che interrogano esperienze cliniche consolidate, il cui denominatore comune è l’intersezione con il corpo e le cure che lo riguardano. Dolore, sintomo, fine vita, farmaco, parola, istituzione ospedaliera, sono i significanti che ci conducono in questo viaggio, dove il corpo della medicina e quello abitato dal linguaggio, si intrecciano, si incontrano, si annodano o si separano in modo lacerante.
Nel corso di queste quattro serate, attraverso la presentazione dei libri di Riccardo Scognamiglio, delle sorelle Milanese,di Giorgio De Isabella, Giuseppina Majani, Monia Belletti e gli altri co-autori del ricchissimo manuale sulle terapie ipnotiche applicate in alternativa alle cure farmacologiche per il controllo del dolore, esamineremo i concetti frontiera fra corpo e mente, quali appunto il dolore, il rimedio, la parola, oltreché la cruciale questione organizzativa che è sottesa all’erogazione delle cure psicologiche in ambito ospedaliero.
Nella seconda rassegna, dedicata agli strumenti della psicologia per la prevenzione, la riabilitazione e la cura, ci dedicheremo invece a 5 testi, ciascuno dei quali illustra una tecnica o una ricerca innovativa, in uno degli ambiti propri dell’intervento psicosociale, abilitativo o riabilitativo. Il testo di Lidia Gambirasio illustra il potenziale della danzamovimentoterapia, applicata al disagio, ma anche alla normale evoluzione, in età pediatrica ed evolutiva; il testo di Davide Rivolta ci accompagna, in un viaggio al confine fra scienza ed esperienza estetica, alle soglie della prosopagnosia, esperienza percettiva misteriosa, fino a pochi anni fa, e che oggi ci illumina sulle scoperte della moderna neuropsicologia, la quale smarca questo “disturbo” dalla nosografia psichiatrica classica. I due testi dei colleghi Iudice, Dacrema e Botti, riguardano l’ambito scolastico, con particolare riferimento al valore aggiunto che la figura dello psicologo può apportare ai contesti educativi e alle organizzazioni che si occupano della didattica e dell’educazione, della trasmissione di valori e codici di comportamento anche interenti la prevenzione e la salute. Infine, il testo di Maria Cristina Perilli, rende conto di un’esperienza di ricerca applicata nel mondo delle ludopatie e del gioco d’azzardo patologico. Il filo rosso che lega questi temi e queste 4 serate e i relativi 5 testi che vengono presentati, è il nodo fra prevenzione ed etica, fra psicoeducazione e cittadinanza attiva, fra scienza e ricaduta sociale degli interventi in termini di aumento del benessere e della consapevolezza di una Comunità.
La terza rassegna, intitolata “L’istituzione che cura”, si occupa delle istituzioni “psi”. Non quelle strettamente sanitarie, e nemmeno quelle politiche o giuridiche, ma quelle addette alla riabilitazione e alla cura del grave disagio psichico. Se ogni bambino nasce, inevitabilmente, dentro ad una istituzione (la coppia genitoriale e la sua rete lo sono inevitabilmente), ogni istituzione che si propone di curare, deve poter lasciare un posto vuoto perché la parola di ciascun soggetto possa essere ascoltata e accolta, possa trovare qualcuno che con questa parola si sintonizzi. Un’istituzione che cura, è dunque un’istituzione dove è necessario rendere conto di quale discorso si mette in campo per far emergere la soggettività: si erogano servizi, si normalizza, si fanno tacere i sintomi, secondo la logica medica o educativa, ovvero ci si fa guidare dal sintomo verso la struttura del soggetto, e verso la possibilità di co-costruzione di un percorso creativo? Le esperienze portate dai tre testi presentati, portano esperienze simili ma differenti per il tipo di patologia a cui si rivolgono, ma anche per la declinazione teorica dell’orientamento cui le cure, sempre orientate alle scienze “psi”, si ispirano.
L’ultima, breve rassegna, di sole due serate, comprende il testo di psicologia analitica di Pier Pietro Brunelli, saggio vincitore del primo premio Kafka, V edizione 2015, testo che interroga la psico-mitologia legata ai riti e ai miti del Carnevale, cioè questo strano rito che troppo semplicisticamente viene associato agli “eccessi” prima della Quaresima, o allo sfogo voluto dai potenti per il popolo, per preservare il potere e l’asservimento delle masse. Il Carnevale e i suoi riti antichi, che pure sopravvivono nel mondo globalizzato, viene scandagliato dall’autore nei suoi significati rimossi più profondi e vitali, che rimandano alla Dea Carna e al valore liberatorio della convivialità, della risata e delle cure femminili e alle scienze sapienziali, radicate nella tradizione e nella saggezza popolare, che si oppongono a quelle mediche, radicate nel mito maschile della razionalità e del sapere “evidence based”, come lo chiameremmo forse oggi. Un secondo testo, di Roberto Viganoni, sempre di psicologia analitica e di ispirazione junghiana, riguarda invece la figura del Minotauro, e una lettura psicoanalitica del disturbo d’ansia e da attacchi di panico.
Tutti gli appuntamenti sono riportati sul Calendario Online di OPL. Inoltre, si ricorda che per partecipare, occorre mandare una mail a libri@opl.it specificando il titolo dell’evento, il proprio nome e cognome. Chi lo desidera, può richiedere l’attestato. La partecipazione è gratuita.
File e link correlati
Elenco presentazioni libri primo semestre 2016
Quarta rassegna 2016
Terza rassegna 2016
Seconda rassegna 2016
Prima rassegna 2016
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