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Torna all'elenco12/10/2022
IL MAGICO POTERE DELLA SERENDIPITA’ ALLA CASA DELLA PSICOLOGIA: COGLIERE E ACCOGLIERE L’INASPETTATO
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia lunedì 17 Ottobre alle 21 organizza presso la Casa della Psicologia a Milano per l'evento online “Cogliere e accogliere l'inaspettato - Il magico potere della serendipità”.
Molte antiche novelle e leggende orientali narrano di principi o di saggi avventurieri che per puro caso trovano cose non cercate e impreviste, destando meraviglia per i loro successi. Lo scrittore inglese Horace Walpole chiamò serendipity la sagacia interpretativa che permetteva di cogliere “quello che non si stava cercando”.
Oggi con il termine “serendipità” ci si riferisce alla capacità o alla fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, mentre si sta cercando altro.
Tantissime ricerche scientifiche, creazioni artistiche e letterarie sembra siano il frutto della serendipità, che ha in sé qualcosa di più della semplice casualità, poiché implica uno stato mentale ben preciso e ben disposto. Non solo scienziati e scrittori sono testimoni di serendipità. Anche noi, nella nostra vita quotidiana, possiamo assistere al suo manifestarsi.
Ma è possibile definire meglio la serendipità? Quali sono i suoi 'ingredienti' e le sue basi neuropsicologiche? Si può, in qualche modo, esercitarla?
Ecco che l’Ordine degli Psicologi della Lombardia lunedì 17 ottobre alle ore 21, apre virtualmente le porte della Casa della Psicologia per rispondere a queste domande durante l’evento online intitolato “Cogliere e accogliere l'inaspettato - Il magico potere della serendipità”.
Si tratta di una preziosa occasione per approfondire il tema, anche attraverso il racconto di “storie di serendipità” con Fabrizio Doricchi, docente di Neuropsicologia dell’Università La Sapienza di Roma, la scrittrice Chiara Moscardelli e Giulia Sarno, etnomusicologa e ricercatrice dell’Università di Firenze.
Il dibattito sarà coordinato da Maria Silvana Patti, membro del comitato Scientifico della Casa della Psicologia e Davide Baventore, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
«Il fisiologo Walter Bradford Cannon, tra i primi scienziati a usare esplicitamente il termine Serendipità e a riconoscerne il ruolo nelle scopette scientifiche, la definì come la facoltà di trovare le prove a sostegno di un’ipotesi in modo del tutto inaspettato, o la capacità di scoprire nuovi fenomeni o relazioni tra fenomeni diversi senza avere avuto l’esplicita intenzione di farlo», spiega Fabrizio Doricchi, che lavora presso il Dipartimento di Psicologia della Università di Roma “La Sapienza” e presso la Fondazione Santa Lucia. «Affinché si verifichi l’effetto Serendipity è necessario che un osservatore sia attivo e attento verso il mondo esterno senza però essere condizionato da ipotesi preconcette su ciò che intende trovare», aggiunge.
«Quando l’osservazione del mondo non è condizionata da ipotesi preconcette o previsioni esattamente predefinite, il cervello è libero e lavora meglio perché riesce a potenziare il livello di coscienza», spiega ancora Doricchi. La registrazione dei potenziali cerebrali mostra che in questo caso, infatti, «il cervello mantiene attive più a lungo le tracce degli stimoli nella corteccia visiva secondaria favorendo il loro accesso alla fase di elaborazione cosciente che viene svolta da altre aree associative della corteccia cerebrale».
L’evento si terrà online sulla piattaforma GoToWebinar ed è gratuito e aperto a tutti. È obbligatorio segnalare la propria partecipazione iscrivendosi sul sito OPL www.opl.it.
Molte antiche novelle e leggende orientali narrano di principi o di saggi avventurieri che per puro caso trovano cose non cercate e impreviste, destando meraviglia per i loro successi. Lo scrittore inglese Horace Walpole chiamò serendipity la sagacia interpretativa che permetteva di cogliere “quello che non si stava cercando”.
Oggi con il termine “serendipità” ci si riferisce alla capacità o alla fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, mentre si sta cercando altro.
Tantissime ricerche scientifiche, creazioni artistiche e letterarie sembra siano il frutto della serendipità, che ha in sé qualcosa di più della semplice casualità, poiché implica uno stato mentale ben preciso e ben disposto. Non solo scienziati e scrittori sono testimoni di serendipità. Anche noi, nella nostra vita quotidiana, possiamo assistere al suo manifestarsi.
Ma è possibile definire meglio la serendipità? Quali sono i suoi 'ingredienti' e le sue basi neuropsicologiche? Si può, in qualche modo, esercitarla?
Ecco che l’Ordine degli Psicologi della Lombardia lunedì 17 ottobre alle ore 21, apre virtualmente le porte della Casa della Psicologia per rispondere a queste domande durante l’evento online intitolato “Cogliere e accogliere l'inaspettato - Il magico potere della serendipità”.
Si tratta di una preziosa occasione per approfondire il tema, anche attraverso il racconto di “storie di serendipità” con Fabrizio Doricchi, docente di Neuropsicologia dell’Università La Sapienza di Roma, la scrittrice Chiara Moscardelli e Giulia Sarno, etnomusicologa e ricercatrice dell’Università di Firenze.
Il dibattito sarà coordinato da Maria Silvana Patti, membro del comitato Scientifico della Casa della Psicologia e Davide Baventore, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
«Il fisiologo Walter Bradford Cannon, tra i primi scienziati a usare esplicitamente il termine Serendipità e a riconoscerne il ruolo nelle scopette scientifiche, la definì come la facoltà di trovare le prove a sostegno di un’ipotesi in modo del tutto inaspettato, o la capacità di scoprire nuovi fenomeni o relazioni tra fenomeni diversi senza avere avuto l’esplicita intenzione di farlo», spiega Fabrizio Doricchi, che lavora presso il Dipartimento di Psicologia della Università di Roma “La Sapienza” e presso la Fondazione Santa Lucia. «Affinché si verifichi l’effetto Serendipity è necessario che un osservatore sia attivo e attento verso il mondo esterno senza però essere condizionato da ipotesi preconcette su ciò che intende trovare», aggiunge.
«Quando l’osservazione del mondo non è condizionata da ipotesi preconcette o previsioni esattamente predefinite, il cervello è libero e lavora meglio perché riesce a potenziare il livello di coscienza», spiega ancora Doricchi. La registrazione dei potenziali cerebrali mostra che in questo caso, infatti, «il cervello mantiene attive più a lungo le tracce degli stimoli nella corteccia visiva secondaria favorendo il loro accesso alla fase di elaborazione cosciente che viene svolta da altre aree associative della corteccia cerebrale».
L’evento si terrà online sulla piattaforma GoToWebinar ed è gratuito e aperto a tutti. È obbligatorio segnalare la propria partecipazione iscrivendosi sul sito OPL www.opl.it.
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