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Torna all'elenco14/07/2017
European Congress of Psychology 2017: l’impegno dell'OPL sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Europa
Il 12 luglio ha avuto inizio l’European Congress of Psychology 2017, organizzato quest’anno nella città di Amsterdam.
Anche l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha partecipato, proprio in questi giorni, a quello che è considerato il più importante evento biennale per la professione psicologica in Europa, portando il grande lavoro svolto nel corso del 2016 su “La psicologia per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, in particolare con un approfondimento attorno alla Convention on the Rights of the Child (CRC ONU) in relazione allo specifico del lavoro dello psicologo.
Ad Amsterdam sarà la dott.ssa Gabriella Scaduto, responsabile del progetto, a illustrare per conto di OPL l’iniziativa specifica, che ha visto emergere dei dati interessanti da una ricerca esplorativa mirata a verificare il livello di conoscenza e applicazione della CRC da parte degli psicologi attivi in strutture che si occupano di minori in Lombardia. La ricerca di OPL si è svolta, in un rapporto ormai consolidato, in collaborazione con Unicef, Save The Children, AIAF Associazione Italiana Avvocati di Famiglia Lombardia “Milena Pini” e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Partendo dalla conoscenza dello stato di applicazione della CRC in Italia (come dal 9° Rapporto di Monitoraggio sulla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia 2015-2016), l’attenzione dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia si è, dunque, focalizzata sulla rappresentazione del nesso tra psicologia e diritti dell’infanzia/adolescenza, all’interno della comunità professionale lombarda.
Condensata in un manifesto di sintesi, la ricerca si articola in tre livelli:
1. Attraverso l’analisi dei data base e delle convenzioni in essere con le istituzione pubbliche nel territorio lombardo, è stato possibile mappare 400 strutture socio-residenziali che si occupano di minori → solo nel 50% di tali strutture è presente la figura professionale dello psicologo.
2. Attraverso la somministrazione di un questionario su un campione di 157 psicologi attivi all’interno di strutture che si occupano di minori, è stato possibile mettere a fuoco che:
3. Attraverso una serie di Focus Group tematici è stato possibile verificare la conoscenza effettiva della CRC come strumento operativo del lavoro psicologico:
Pur confermando il ruolo fondamentale della CRC nel lavoro degli psicologi sul campo, i risultati della ricerca indicano come le conoscenze su questo strumento siano carenti e distribuite in maniera non uniforme sul territorio lombardo e quindi, in proiezione entro la popolazione italiana dei colleghi. La scarsa consuetudine alla condivisione delle informazioni – così come emersa dalla ricerca – richiama inoltre l’impellente necessità di creare un maggior dialogo fra tutti coloro che lavorano con minori e famiglia attraverso un sistema snello, intelligibile e completo. Dalle comunità professionali agli enti e le istituzioni locali, tutti dovrebbero concorrere a strutturare un sistema di Protezione regionale e nazionale, in cui la specificità del lavoro psicologico viene ad essere centrale grazie alle peculiari competenze nell’apporto generale alla realizzazione dei principi espressi dalla CRC.
OPL anche in questa occasione continua a investire sulle conoscenze e competenze trasversali al dibattito sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, entro e fuori la categoria. La presenza ad Amsterdam rappresenta, infatti, una occasione di lustro internazionale per l’intera comunità degli psicologi lombardi, e per tutti i professionisti in Italia e all’estero che si occupano di minori.
Anche l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha partecipato, proprio in questi giorni, a quello che è considerato il più importante evento biennale per la professione psicologica in Europa, portando il grande lavoro svolto nel corso del 2016 su “La psicologia per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, in particolare con un approfondimento attorno alla Convention on the Rights of the Child (CRC ONU) in relazione allo specifico del lavoro dello psicologo.
Ad Amsterdam sarà la dott.ssa Gabriella Scaduto, responsabile del progetto, a illustrare per conto di OPL l’iniziativa specifica, che ha visto emergere dei dati interessanti da una ricerca esplorativa mirata a verificare il livello di conoscenza e applicazione della CRC da parte degli psicologi attivi in strutture che si occupano di minori in Lombardia. La ricerca di OPL si è svolta, in un rapporto ormai consolidato, in collaborazione con Unicef, Save The Children, AIAF Associazione Italiana Avvocati di Famiglia Lombardia “Milena Pini” e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Partendo dalla conoscenza dello stato di applicazione della CRC in Italia (come dal 9° Rapporto di Monitoraggio sulla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia 2015-2016), l’attenzione dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia si è, dunque, focalizzata sulla rappresentazione del nesso tra psicologia e diritti dell’infanzia/adolescenza, all’interno della comunità professionale lombarda.
Condensata in un manifesto di sintesi, la ricerca si articola in tre livelli:
1. Attraverso l’analisi dei data base e delle convenzioni in essere con le istituzione pubbliche nel territorio lombardo, è stato possibile mappare 400 strutture socio-residenziali che si occupano di minori → solo nel 50% di tali strutture è presente la figura professionale dello psicologo.
2. Attraverso la somministrazione di un questionario su un campione di 157 psicologi attivi all’interno di strutture che si occupano di minori, è stato possibile mettere a fuoco che:
- la maggioranza del campione (36,3%) lavora nel settore pubblico, il 29,45% opera nel settore privato, mentre il 19,18% è attivo nel No Profit;
- rispetto alla formazione, circa il 9% del campione è in possesso di un titolo acquisito in ambito universitario sui diritti umani dell’infanzia e adolescenza. Il 18,92% ha partecipato a corsi non strutturati, mentre il 35,14% dichiara di essersi formato sul campo.
3. Attraverso una serie di Focus Group tematici è stato possibile verificare la conoscenza effettiva della CRC come strumento operativo del lavoro psicologico:
- il 100% del campione evidenzia la necessità di approfondire la propria formazione sulla CRC, come parte integrante del proprio lavoro su adolescenti e bambini/e;
- il 55% lamenta scarsa condivisione di dati e informazioni con gli altri attori del sistema di protezione dei diritti dei minori.
Pur confermando il ruolo fondamentale della CRC nel lavoro degli psicologi sul campo, i risultati della ricerca indicano come le conoscenze su questo strumento siano carenti e distribuite in maniera non uniforme sul territorio lombardo e quindi, in proiezione entro la popolazione italiana dei colleghi. La scarsa consuetudine alla condivisione delle informazioni – così come emersa dalla ricerca – richiama inoltre l’impellente necessità di creare un maggior dialogo fra tutti coloro che lavorano con minori e famiglia attraverso un sistema snello, intelligibile e completo. Dalle comunità professionali agli enti e le istituzioni locali, tutti dovrebbero concorrere a strutturare un sistema di Protezione regionale e nazionale, in cui la specificità del lavoro psicologico viene ad essere centrale grazie alle peculiari competenze nell’apporto generale alla realizzazione dei principi espressi dalla CRC.
OPL anche in questa occasione continua a investire sulle conoscenze e competenze trasversali al dibattito sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, entro e fuori la categoria. La presenza ad Amsterdam rappresenta, infatti, una occasione di lustro internazionale per l’intera comunità degli psicologi lombardi, e per tutti i professionisti in Italia e all’estero che si occupano di minori.
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