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Torna all'elenco26/03/2018
Resoconto della presentazione della nuova edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2)
Si è svolta sabato 24 marzo, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, la presentazione della nuova edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2), pubblicato lo scorso anno negli Stati Uniti e ora finalmente disponibile anche in traduzione italiana. Il titolo dell’iniziativa riassumeva il senso dello strumento e della giornata: “Diagnosi: senso e sensibilità”. Senso della tassonomia e sensibilità clinica sono infatti due dei principali elementi che caratterizzano quest’importante impresa diagnostica coordinata scientificamente ed editorialmente da Vittorio Lingiardi e Nancy McWilliams. Un Manuale, il PDM-2, che Otto Kernberg, in una video-intervista trasmessa in apertura di convegno, ha definito "il più sofisticato sistema diagnostico attualmente disponibile”.
Come molti relatori hanno ricordato, il PDM-2 rappresenta il primo tentativo sistematico di fondare la diagnosi dei disturbi psichici su teorie e modelli clinici psicodinamici. Non si tratta però di un manuale di nicchia, bensì di un’opera capace di dialogare con tutte le scienze psicologiche e le tecniche terapeutiche, in particolare la teoria dell’attaccamento, la psicologia cognitiva e le neuroscienze, senza trascurare il contributo dei dati provenienti dalla clinica e dalla ricerca empirica.
Con il suo approccio “multiassiale”, il PDM-2 offre la possibilità di descrivere gli aspetti sani e patologici della personalità del paziente; le sue capacità mentali (per esempio, la regolazione dell’autostima, i meccanismi di difesa, il controllo degli impulsi), e i pattern sintomatologici, compreso il vissuto soggettivo dei sintomi.
Oltre alla Lectio Magistralis di Nancy McWilliams e all’intervento introduttivo di Vittorio Lingiardi, sono state presentate le relazioni di Anna Maria Speranza (chapter editor della sezione 0-3 del Manuale) e di Franco Del Corno (chapter editor della sezione dedicata al paziente anziano). Gli interventi di Maria Paola Canevini (Professore di Neuropsichiatria infantile, Università di Milano, e responsabile dell’unità operativa NPI, Ospedale San Paolo di Milano) e di Corrado Sinigaglia (Professore di Filosofia della Scienza, Università di Milano) hanno arricchito il dibattito in ottica interdisciplinare.
Dal pubblico molte domande, molto interesse, molta gratitudine nei confronti di uno strumento professionale fondamentale, capace di cogliere l’originaria funzione conoscitiva della diagnosi senza appiattirla a un mero momento compilativo e burocratico.
Riccardo Bettiga
Come molti relatori hanno ricordato, il PDM-2 rappresenta il primo tentativo sistematico di fondare la diagnosi dei disturbi psichici su teorie e modelli clinici psicodinamici. Non si tratta però di un manuale di nicchia, bensì di un’opera capace di dialogare con tutte le scienze psicologiche e le tecniche terapeutiche, in particolare la teoria dell’attaccamento, la psicologia cognitiva e le neuroscienze, senza trascurare il contributo dei dati provenienti dalla clinica e dalla ricerca empirica.
Con il suo approccio “multiassiale”, il PDM-2 offre la possibilità di descrivere gli aspetti sani e patologici della personalità del paziente; le sue capacità mentali (per esempio, la regolazione dell’autostima, i meccanismi di difesa, il controllo degli impulsi), e i pattern sintomatologici, compreso il vissuto soggettivo dei sintomi.
Oltre alla Lectio Magistralis di Nancy McWilliams e all’intervento introduttivo di Vittorio Lingiardi, sono state presentate le relazioni di Anna Maria Speranza (chapter editor della sezione 0-3 del Manuale) e di Franco Del Corno (chapter editor della sezione dedicata al paziente anziano). Gli interventi di Maria Paola Canevini (Professore di Neuropsichiatria infantile, Università di Milano, e responsabile dell’unità operativa NPI, Ospedale San Paolo di Milano) e di Corrado Sinigaglia (Professore di Filosofia della Scienza, Università di Milano) hanno arricchito il dibattito in ottica interdisciplinare.
Dal pubblico molte domande, molto interesse, molta gratitudine nei confronti di uno strumento professionale fondamentale, capace di cogliere l’originaria funzione conoscitiva della diagnosi senza appiattirla a un mero momento compilativo e burocratico.
Riccardo Bettiga
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