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Torna all'elenco08/02/2018
Webinar di presentazione della Scuola di Specializzazione Centro Berne. Analisi Transazionale Relazionale
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Relatori: Dott. Giorgio Piccinino, partner Centro Berne, docente e supervisore della Scuola, Dott.ssa Silvia Allari, partner Centro Berne, docente e supervisore della Scuola
L’Analisi Transazionale Relazionale: l’orientamento teorico e l’applicazione nella psicoterapia. Presentazione di un caso di un disturbo d’ansia.
L’Analisi Transazionale nasce negli anni ‘50 ad opera di Eric Berne, psichiatra e psicoterapeuta di origine canadese. Berne si formò come analista prima con P. Federn e poi con E. Erikson. Federn, come anche E.Weiss, aveva innestato sul tronco della psicoanalisi freudiana un orientamento fenomenologico che Berne ha ripreso traducendo in parte le “istanze psichiche freudiane” (Es, Io e Super Io) nei concetti fenomenologici di Stati dell’Io Bambino, Adulto e Genitore. A un certo punto dello sviluppo del proprio pensiero e della propria pratica clinica Berne non si riconobbe più nelle organizzazioni psicoanalitiche americane sottolineando la specifica identità del proprio orientamento con il nome di Analisi Transazionale.
Transazione significa “scambio”. Con questo termine Berne intendeva sottolineare l’importanza che, nel suo approccio, hanno gli scambi comunicativi e le relazioni come modi in cui le persone esprimono il loro mondo interno e il loro bisogno di riconoscimento e come possibili, o no, fonti di soddisfacimento affettivo.
Nell’ultimo e operosissimo decennio della sua vita (1960-1970) Berne risentì certamente dell’influsso di quel clima culturale che è stato poi individuato col nome di “psicoterapie umanistiche”, con la sottolineatura di temi quali il valore e l’unicità del singolo, le risorse personali, la tensione spontanea verso la realizzazione di sé e la salute, il valore centrale della relazione.
Dalla morte di Berne in poi l’Analisi Transazionale ha risentito degli influssi di vari orientamenti psicoterapici senza comunque perdere la sua peculiare specificità di psicoterapia del “copione di vita”. Tra questi gli orientamenti a mediazione corporea (bioenergetica), quelli emotivamente espressivi (gestalterapia e psicodramma) e, più recentemente, quelli che, derivati dalla psicologia relazionale, danno un posto centrale alla relazione (psicoterapia umanistico-esistenziale, psicologia del Sé, psicoanalisi interpersonale e intersoggettiva).
L’Analisi Transazionale Relazionale è una pratica terapeutica che trova forte sostegno nella Teoria dell’Attaccamento e lavora sulla continuità del filo storico dei nostri processi relazionali: dalle esperienze delle prime relazioni con le figure di attaccamento (caregiver) al contesto relazionale-affettivo di oggi. È nell’attualità del disagio di oggi che possiamo trovare l’impronta delle modalità di allora e simili vissuti di insoddisfazione. Le prime relazioni lasciano un’impronta che può nutrire o indebolire la nostra fiducia di trovare riconoscimento affettivo nelle relazioni. Attraverso lo schema degli Stati dell’Io, dei Giochi psicologici e del Copione possiamo leggere i modi in cui si è cercato, a volte in modo inefficace e spesso doloroso, di ritrovare fiducia e riconoscimento. E poiché le sofferenze psicologiche hanno le loro radici, e si perpetuano, nelle relazioni, sta proprio nella relazione terapeutica la possibilità di cura degli affetti. L’attenzione del terapeuta transazionale è rivolta sia alla difficoltà dell’oggi che alle radici, nel passato, di tale disagio.
L’Analisi Transazionale Relazionale: l’orientamento teorico e l’applicazione nella psicoterapia. Presentazione di un caso di un disturbo d’ansia.
L’Analisi Transazionale nasce negli anni ‘50 ad opera di Eric Berne, psichiatra e psicoterapeuta di origine canadese. Berne si formò come analista prima con P. Federn e poi con E. Erikson. Federn, come anche E.Weiss, aveva innestato sul tronco della psicoanalisi freudiana un orientamento fenomenologico che Berne ha ripreso traducendo in parte le “istanze psichiche freudiane” (Es, Io e Super Io) nei concetti fenomenologici di Stati dell’Io Bambino, Adulto e Genitore. A un certo punto dello sviluppo del proprio pensiero e della propria pratica clinica Berne non si riconobbe più nelle organizzazioni psicoanalitiche americane sottolineando la specifica identità del proprio orientamento con il nome di Analisi Transazionale.
Transazione significa “scambio”. Con questo termine Berne intendeva sottolineare l’importanza che, nel suo approccio, hanno gli scambi comunicativi e le relazioni come modi in cui le persone esprimono il loro mondo interno e il loro bisogno di riconoscimento e come possibili, o no, fonti di soddisfacimento affettivo.
Nell’ultimo e operosissimo decennio della sua vita (1960-1970) Berne risentì certamente dell’influsso di quel clima culturale che è stato poi individuato col nome di “psicoterapie umanistiche”, con la sottolineatura di temi quali il valore e l’unicità del singolo, le risorse personali, la tensione spontanea verso la realizzazione di sé e la salute, il valore centrale della relazione.
Dalla morte di Berne in poi l’Analisi Transazionale ha risentito degli influssi di vari orientamenti psicoterapici senza comunque perdere la sua peculiare specificità di psicoterapia del “copione di vita”. Tra questi gli orientamenti a mediazione corporea (bioenergetica), quelli emotivamente espressivi (gestalterapia e psicodramma) e, più recentemente, quelli che, derivati dalla psicologia relazionale, danno un posto centrale alla relazione (psicoterapia umanistico-esistenziale, psicologia del Sé, psicoanalisi interpersonale e intersoggettiva).
L’Analisi Transazionale Relazionale è una pratica terapeutica che trova forte sostegno nella Teoria dell’Attaccamento e lavora sulla continuità del filo storico dei nostri processi relazionali: dalle esperienze delle prime relazioni con le figure di attaccamento (caregiver) al contesto relazionale-affettivo di oggi. È nell’attualità del disagio di oggi che possiamo trovare l’impronta delle modalità di allora e simili vissuti di insoddisfazione. Le prime relazioni lasciano un’impronta che può nutrire o indebolire la nostra fiducia di trovare riconoscimento affettivo nelle relazioni. Attraverso lo schema degli Stati dell’Io, dei Giochi psicologici e del Copione possiamo leggere i modi in cui si è cercato, a volte in modo inefficace e spesso doloroso, di ritrovare fiducia e riconoscimento. E poiché le sofferenze psicologiche hanno le loro radici, e si perpetuano, nelle relazioni, sta proprio nella relazione terapeutica la possibilità di cura degli affetti. L’attenzione del terapeuta transazionale è rivolta sia alla difficoltà dell’oggi che alle radici, nel passato, di tale disagio.
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